Per capire il mondo della pubblicità contemporaneo, o avvicinarsi come professionista o come imprenditore che desidera acquisire più contatti o maggior popolarità, bisogna discostarsi un po’ dalle tecnologie e parlare di “teorie”.
La più interessante è quella che divide le persone in due gruppi: quello della domanda consapevole e quello della domanda latente. Nel primo caso, ci si rivolge a persone che stanno già cercando un prodotto o servizio. Nel secondo, invece, si lavora per attirare l’attenzione di chi ancora non ha espresso un bisogno, ma potrebbe essere interessato.
Grazie a questa distinzione è possibile prendere qualsiasi decisione operativa per dare forma alla pubblicità: scelta dei canali, tipo di agenzia da coinvolgere, tono dei contenuti e così via. Quando ci si rivolge ad un’agenzia specializzata in servizi di pubblicità per aziende, quindi, inizia un processo di conoscenza, non tanto di ciò che si vuole vendere, ma delle persone a cui si desidera arrivare.
Vediamo quindi come orientarsi e come prendere decisioni valide in un mondo sempre più dinamico e strutturato.
Pubblicità e domanda: due modi diversi di raggiungere le persone
Dopo aver chiarito la distinzione tra domanda consapevole e domanda latente, diventa più facile leggere l’intero scenario. Quando un utente effettua una ricerca attiva, ad esempio su Google, è evidente che si trova in una fase di decisione: sta cercando un prodotto, un servizio, un contatto o una soluzione. In questo caso i canali da presidiare sono in genere quelli che rispondono alla ricerca diretta: motori di ricerca, directory locali, marketplace tematici, siti verticali.
Tutt’altra impostazione richiede la domanda latente, per la quale l’obiettivo è generare attenzione, stimolare interesse o semplicemente far emergere un brand nella mente delle persone. I canali più indicati in questo caso sono social media, video, contenuti editoriali, campagne display.
La pubblicità per aziende, chiaramente, non si limita a scegliere tra questi due approcci, piuttosto li integra. Il mix dipende da quanto un’azienda è strutturata, quali risorse ha a disposizione, e quale posizione occupa nel mercato in cui opera.
Agenzie creative o agenzie performance: come scegliere
Non è facile trovare l’agenzia giusta, soprattutto se si ha una conoscenza superficiale del settore. In genere i professionisti si dividono tra due approcci piuttosto diversi: creativo e orientato alle performance.
Le agenzie creative lavorano principalmente sull’identità, sul messaggio, sul linguaggio visivo e sull’impatto emotivo. Sono specializzate nel costruire un’immagine riconoscibile e coerente con il posizionamento desiderato.
Le agenzie performance, invece, partono dai dati. Lavorano su obiettivi concreti: click, conversioni, lead, vendite. Ogni campagna viene progettata per generare un risultato misurabile, ottimizzabile nel tempo. La creatività è funzionale, i budget vengono distribuiti in base ai ritorni, le piattaforme sono spesso integrate con strumenti di analisi.
La scelta dipende da ciò che serve in quel momento. In molti casi, un’azienda in crescita si affida prima a un’agenzia performance per acquisire clienti e in un secondo momento coinvolge una struttura creativa per rafforzare la propria immagine. Oppure si lavora con un’agenzia che integra entrambe le competenze, grazie a team specializzati. Dipende tutto dal caso.
L’ecosistema digitale: canali, strumenti e interconnessioni
Il sito web è uno snodo centrale: è qui che arrivano gli utenti, i quali poi cliccano su una pubblicità, fanno una ricerca su Google, leggono una scheda local, lasciano recensioni ecc. Le attività delle persone in rete sono tante, dinamiche veloci, per questo non ha senso concentrare tutte le energie su un solo canale.
Anche la presenza nei motori di ricerca locali (come Google Maps o Apple Maps) è determinante, soprattutto per le attività territoriali. E poi è arrivata la GEO, cioè l’esigenza di essere citati dalle intelligenze artificiali. E non va dimenticato il ruolo dei social, che non sono solo canali per l’intrattenimento: servono a raccontare, a fare brand storytelling, a stimolare interazioni e a vendere.
A tutto questo si aggiungono gli strumenti di advertising: Google Ads, Meta Ads, YouTube, campagne native, collaborazioni con creator. Ogni canale ha le sue logiche e le sue metriche, e deve essere inserito in una strategia unitaria. Non ha senso investire in pubblicità se poi non si è in grado di tracciare cosa succede dopo il click.
Per questo motivo affidarsi a partner specializzati in servizi di pubblicità per aziende è l’unica buona soluzione per evitare errori e dispersioni di budget. Non solo. Permette di avere accesso a competenze tecniche e trasversali, grazie alle quali gestire tutto il processo: dalla strategia, alla creatività, fino all’analisi dei risultati.