Impianti climatizzazione e trattamento aria: come funziona il collaudo

La fase di collaudo di un impianto di climatizzazione è un momento fondamentale per la verifica della sua integrità e del suo funzionamento. Ma come avviene la procedura di collaudo degli impianti di trattamento dell’aria? Chi ne è responsabile? Qual è la normativa che la regola legalmente?

Per rispondere a queste domande ci siamo avvalsi dell’esperienza del team di FCR Filtrazione Condizionamento Riscaldamento S.r.l. così da poter fornire una guida riassuntiva riguardo il collaudo degli impianti di trattamento dell’aria.

Collaudo impianti climatizzazione: cos’è e perché effettuarlo

Il collaudo di un impianto di trattamento dell’aria è quella procedura volta a verificare la sua regolare installazione e il corretto funzionamento di ogni suo componente. Da un collaudo a regola d’arte dipende anche la salute delle persone che abitano l’ambiente domestico o lavorativo. È dunque opportuno che il collaudo degli impianti di climatizzazione avvenga in condizioni dinamiche e operative. Ciò significa che il rilevamento di eventuali difetti di installazione o malfunzionamenti deve avvenire tenendo conto delle reali abitudini dell’utente nell’ambiente d’uso. Un test statico, in un ambiente controllato, non ha lo stesso valore diagnostico.

La fase di collaudo deve anche tenere conto della specifica tipologia di impianto di climatizzazione e del contesto abitativo in cui viene installato. La maggiore potenza sviluppata da impianti di trattamento dell’aria centralizzati tipici dei grandi condomini o uffici, richiedono attenzioni e accorgimenti diversi rispetto a quelli destinati all’utilizzo domestico in una singola abitazione. Per tutte queste ragioni è di vitale importanza che ad occuparsene sia solo ed esclusivamente personale competente e qualificato.

Collaudo impianto trattamento aria: parametri e responsabilità

Da un punto di vista normativo, il responsabile di un impianto di climatizzazione destinato ad uso domestico coincide con l‘acquirente dello stesso. Nel caso invece di condomini generalmente l’amministratore, come previsto da DM 37/2008, sceglie un “Terzo Responsabile“, il quale risponderà legalmente di eventuali problematiche scaturite dal cattivo funzionamento dell’impianto. Il DPR 412 del 1993 stabilisce che il responsabile deve occuparsi dei seguenti aspetti relativi agli impianti di climatizzazione:

  • Esercizio
  • Conduzione
  • Controllo
  • Manutenzione

In genere dunque il responsabile dell’impianto affida la sua installazione a una ditta esecutrice che a sua volta, a lavoro terminato, nomina un’impresa responsabile della fase di collaudo. Impianti di climatizzazione e di trattamento aria vengono dunque testati da collaudatori certificati che, al termine di tutte le prove necessarie e come previsto dall’art. 1 comma 2 del D.M. 37/08, rilasciano la cosiddetta “Dichiarazione di Conformità“. Questo documento attesta, oltre alla responsabilità legale del collaudatore, la realizzazione ad opera d’arte dell’impianto di climatizzazione e la sua adesione a precisi standard di qualità e sicurezza.

Riguardo al vero e proprio collaudo, il primo step avviene in stabilimento e riguarda il controllo qualità delle singole componenti meccaniche. La procedura continua quindi sull’impianto in funzione e già installato nell’abitazione. Al collaudatore competono le seguenti mansioni:

  • Verifica della corretta installazione degli elementi che compongono l’impianto (apparecchiature meccaniche, tubazioni, filtri, serrande tagliafuoco e tagliafumo, bocchette di ripresa e mandata, ventilatori);
  • Misurazione della portata dell’aria;
  • Controllo dei valori di temperatura e umidità;
  • Simulazioni di condizioni di emergenza e relative procedure di sicurezza (ad esempio test del sistema antincendio).

Più nel dettaglio, la natura dinamica del collaudo degli impianti di climatizzazione permette di verificare tramite test graduali il funzionamento dell’impianto al variare dei suoi cicli e in base al carico del locale. Ad esempio è necessario che la macchina riesca a raffreddare il locale con un carico del 100% senza oltrepassare una soglia di temperatura critica, riportata tra le specifiche tecniche. Il raffreddamento deve inoltre avvenire in maniera omogenea, senza cioè la formazione di punti caldi i quali richiederebbero un intervento di regolazione. Infine, in caso l’ambiente sia climatizzato da più impianti, bisogna accertarsi che la loro attività non sia ridondante e che il raffreddamento prodotto sia persistente anche qualora si guastasse uno di essi.

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