Traduttore in ambasciata: mansioni e percorso formativo

Lavorare in ambasciata è tra le aspirazioni più alte dei laureati in Lingue. Un lavoro che prevede il trasferimento all’estero, il contatto diretto con altre culture e la possibilità di sfruttare a pieno i propri studi, operando come traduttore o interprete in diverse nazioni. Si tratta di una mansione di grande responsabilità, e proprio per questo motivo è tra le attività lavorative più remunerative, sia nel caso in cui sia venga assunti come dipendenti pubblici, sia che si operi come freelance. Ne abbiamo parlato in questo articolo, scritto insieme agli esperti di Dotwords.

Traduttore in ambasciata: mansioni

Una delle mansioni sempre più indispensabili nelle ambasciate è quella del traduttore, una figura che si rivela fondamentale per mantenere solide le relazioni diplomatiche. La carriera diplomatica permette di lavorare all’estero, nelle ambasciate del proprio Paese o in organizzazioni internazionali; il lavoro di traduttore all’interno di queste strutture è un’opportunità che viene colta sopratutto dai laureati in lingue, che dispongono di competenze avanzate e strutturate per assolvere nel migliore dei modi alle mansioni che vengono richieste. In particolare i diplomatici si occupano di promuovere iniziative che tutelano l’interesse nazionale; di incentivare le relazioni economiche con gli altri Paesi e svolgono attività consolari e di tutela nei confronti dei connazionali all’estero.

Il compito di facilitare la comunicazione tra lingue e culture diverse è affidato alla figura del traduttore, che contribuisce alla gestione della politica internazionale. La conoscenza di due o tre lingue è un valore aggiunto per poter gestire al meglio le relazioni a livello internazionale e dare il proprio apporto in eventuali accordi diplomatici. Le attività che i traduttori e gli interpreti svolgono in ambasciata sono varie: ad esempio, possono partecipare a negoziati internazionali, dove le loro competenze sono preziose per instaurare una rete di relazioni professionali e fungere da “collegamento” tra il proprio Paese e quello ospitante. Il lavoro dei traduttori è a stretto contatto con i ministeri, le istituzioni, gli uffici culturali e le associazioni ed organizzazioni che operano sul territorio. Al tempo stesso vanno tenute in considerazione le responsabilità che un incarico come quello dell’interprete in ambasciata richiede: spesso si ha a che fare con documenti importanti e occorre dimostrare un’ottima capacità decisionale nel selezionare le parole per rendere al meglio i testi senza fraintendimenti.

Traduttore in ambasciata: percorso formativo

Il lavoro di traduttore o interprete all’interno della ambasciate prevede un lungo iter formativo e una formazione di alto livello. I titoli più indicati sono quelli che prevedono la laurea triennale in Mediazione Linguistica e la laurea magistrale in Scienze Linguistiche, Letterarie e della Traduzione. Le porte sono aperte anche a chi non ha conseguito la laurea, ma ha frequentato studi in istituti di mediazione ed interpretariato. Alla formazione universitaria o specifica segue poi un concorso ministeriale, a cui possono partecipare anche coloro che hanno frequentato indirizzi universitari di Giurisprudenza, Scienze Politiche o Relazioni Internazionali purché padroneggino le lingue straniere. Gli altri requisiti di ammissione sono la cittadinanza italiana, l’età non superiore ai 35 anni, la titolarità di diritti politici e l’idoneità psico-fisica.

Successivo alla partecipazione del concorso, indetto dal Ministero degli Esteri e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, c’è un periodo di formazione di nove mesi alla Scuola dell’Amministrazione, nel Dipartimento per gli Affari Europei ed Internazionali. A questo punto i traduttori sono pronti per essere trasferiti nel paese ospitante l’ambasciata, dove metteranno a disposizione dei funzionari diplomatici le loro competenze linguistiche. Il lavoro in ambasciata, oltre che la conoscenza della lingua, richiede anche una preparazione culturale in particolare per quello che riguarda le usanze, le norme comportamentali e le tradizioni del paese ospitante.

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