Stampa 3D e velocità i top di gamma dei modelli industriali

Anche un pubblico meno avvezzo alla materia avrà apprezzato i progressi tecnologici della produzione additiva, o comunemente detta stampa 3D. Tra i vari eventi fieristici sparsi sul territorio nazionale uno dei più recenti e importanti è stato il Mecspe 2022, fiera relativa al settore manifatturiero italiano. Tra i padiglioni di Bologna Fiera si è potuta ammirare la fotografia dello stato di avanzamento di una tecnologia, la stampa 3D, che viene usata sempre in più ambiti. Nello specifico scansioni, progettazioni e stampe tridimensionali hanno trovato spazio nel settore manifatturiero collocandosi in alcuni settori della filiera produttiva. Ciò è stato reso possibile principalmente dal fatto che i macchinari di ultima generazione offrono un buon rapporto qualità per velocità.

Breve definizione di velocità delle stampanti 3D

Dunque una delle caratteristiche che meglio distingue la competitività delle manifattura additiva è la velocità di esecuzione. Questa definizione però è completa solo se associata ad altri fattori. Ci riferiamo a: risoluzione dell’oggetto, ovvero da quanti layers è composto il progetto di stampa, maggiore è il numero e maggiore è il tempo di esecuzione della stampa; qualità della stampa, in pratica la resa finale dell’oggetto finito. Se un oggetto è molto dettagliato la macchina di stampa deve mantenere una velocità più contenuta per elaborare una corretta esecuzione; la tecnologia che utilizziamo, che inevitabilmente definisce le performance di un macchinario e la sua adattabilità a specifiche operazioni. Come vedremo alcune tecnologie sono più performanti di altre.

Quali sono le stampanti 3D più veloci?

Il primo distinguo d’obbligo è che esistono macchine per i singoli makers e i macchinari industriali, che sono nettamente più performanti. Per riportare un quadro dello stato dell’arte di questa tecnologia bisogna per forza fare riferimento ai modelli top di gamma di questa categoria.

Un primo modello che vale la pena presentare è la stampante BAAM, Big Area Additive Manufactoring. Come intuibile dal nome si tratta non solo di una delle stampanti più veloci, capace di depositare 36kg di materiale per ora, ma anche una delle più grandi. Questa macchina mastodontica misura in larghezza più di 6 metri ed è particolarmente adatta alla produzione di pezzi metallici di una certa ampiezza.

Un altro modello interessante è la Massivit 1800, una stampante utilizzata soprattutto nell’ambito della grafica pubblicitaria e della cartellonistica in genere. La tecnologia adoperata in questo caso è a base di un gel che va solidificandosi dopo l’estrusione. In questo caso il macchinario può lavorare un metro di materiale al secondo, fattore che permette a questa stampante di creare, ad esempio, una scenografia in rilievo nell’arco di pochi giorni.

Se la velocità della Massivit si misura in metri quadrati, quella della stampante HP Jet Fusion 5200 è calcolata in centimetri cubici, 5 ogni ora. Questo macchinario è comunemente riconosciuto per essere il più veloce sul mercato, e il motivo è presto detto. Il funzionamento prevede che all’interno di un cesto (38×28,4×38 cm) venga inserito del materiale polimerico che verrà solidificato dallo scanner della stampante per dar vita all’oggetto finale. Il ciclo di stampa prevede che possano essere prodotti in contemporanea oggetti di design differenti, tutti quelli contenibili all’interno del cesto. Ciò rappresenta la vera rivoluzione che ha adoperato la HP nel processo di produzione e che ha reso le proprie macchine tra le più utilizzate nella realizzazioni di prototipi. Nonostante, infatti, abbiamo visto come la stampa 3D abbia raggiunto determinati livelli di performance riguardo al rapporto velocità/qualità, resta per sua natura una tecnologia diversa da quella per la produzione in serie. Proprio per questo si candida ad essere un simbolo della nuova industria 4.0.